giovedì 10 marzo 2011

Gentili studenti,

vi scrivo queste poche righe perché per impegni improrogabili fissati da terzi non posso prendere parte alla giornata odierna dedicata alla presentazione del corso "Abitare il paesaggio - urbano e territoriale". In sedici anni di Politecnico è la prima volta che mi succede, anche se ciò non attenua il mio cruccio. Credo infatti sia importante fin da subito essere chiari e stabilire un ritmo didattico fondato sulla reciproca responsabilità e passione. Sono queste due cose che mi spingono a scrivervi e a non lasciare scivolare questa mia assenza. le persone che lavoreranno con me tutto l'anno sapranno comunicarvi i contenuti del corso.
Mi preme comunque dirvi un paio di cose, che avrò modo di ribadire nelle lezioni future.
In questo corso non è tanto importante il risultato finale, ma il percorso che farete, ognuno di voi in modo distinto e , mi auguro, autentico.
Apprenderete nel corso dei prossimi cinque anni che il Progetto è l'esito di un processo articolato, complesso, a volte sfuggente. Quello che possiamo fare, come progettisti, è porci in una condizione di costante ascolto verso i fattori che entrano obbligatoriamente nella progettazione. Di questi fattori vi parleremo.
E dell'importanza degli strumenti che vi serviranno per approfondirli. Per questo nel nostro corso è più importante il taccuino del progetto finale. Vi posso dire per esperienza che non ci sarà mai un buon progetto senza un ottimo taccuino. Deve essere il compagno di viaggio inseparabile dei prossimi cinque mesi e, se lo vorrete, dei prossimi cinque anni. Non importa in che formato, di che colore, se a righe o semplicemente in bianco, l'importante è che lo portiate sempre con voi. Per usarlo naturalmente.
Se comprendete questo siete già dei buoni progettisti. Il resto è dedizione, e piacere.
Se per voi fare architettura oltre a un lavoro è un piacere. Per me lo è.
Grazie e alla prossima settimana.

prof. Paolo Mestriner

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